Erbe senza radici

Se vi incuriosisce il teatro kabuki, non potete perdere il Libro Secondo di “Erbe senza radici”. Se volete ridere come si rideva nell’epoca Edo, non potete perdere neanche una riga di tutto questo piccolo capolavoro di umorismo, irriverenza e satira, nella smagliante traduzione di Cristian Pallone.
 
“Erbe senza radici” (Nenashigusa), scritto nel 1763, segnò l’esordio letterario di Hiraga Gennai (1728-1780), figura particolarissima del XVIII secolo giapponese: samurai senza padrone, esperto di materia medica, discente dilettante di olandese, cinese e latino, inventore e studioso di elettrostatica e chimica. Le vicende del romanzo si sviluppano a cavallo di più mondi, tra Inferno, Paradiso, il Palazzo del re drago in fondo al mare e tra i flutti del fiume Sumida, a Edo, l’attuale Tokyo. La storia si apre con la morte per acqua di un attore di ruoli femminili del teatro kabuki (realmente avvenuta nello stesso 1763) e ne svela solo alla fine il mistero, raccontando nel mezzo l’inaspettato coming out del re degli Inferi e le origini del teatro kabuki in una versione del mito della dea Amaterasu molto poco ortodossa.
 
 
 
Hiraga Gennai
Erbe senza radici
a cura di Cristian Pallone
Aracne editrice, 2020

Kokeshi. Il Tōhoku fra tradizione e design

Questo volume è il primo in Italia a trattare in maniera approfondita, con la voce di noti studiosi della cultura, della letteratura e dell’arte nipponica, il soggetto dei kokeshi, le piccole sculture in legno dipinte dall’aspetto di bambola che sono considerate l’emblema culturale della regione del Tōhoku, nel nord-est del Giappone. Dopo i tragici eventi causati dal grande terremoto del 2011, la regione del Tōhoku è oggi particolarmente attiva nella valorizzazione del proprio patrimonio artigianale, che si presenta come una tradizione vivente, con botteghe dove le tecniche e i sistemi decorativi dei kokeshi vengono ancora oggi tramandati di padre in figlio. Un nutrito apparato fotografico illustra le caratteristiche delle diverse scuole anche attraverso alcune collezioni private italiane esposte nella recente mostra del 2019 presso il MUDEC-Museo delle Culture di Milano.

 

Kokeshi. Il Tōhoku fra tradizione e design
a cura di
Virginia Sica, Rossella Menegazzo, Carmen Covito,
© 2020, Scalpendi editore, Milano
ISBN: 9788832203745

 

Sommario:

Maria Teresa Orsi: Viaggio tra i kokeshi del Tōhoku (pp. 11-23)
Carmen Covito: Cose a forma di bambola (pp. 25-35)
Virginia Sica: Il Tōhoku e la tradizione rurale. Eredità storiche, artigianali e rituali (pp. 37-59)
Andrea Maurizi: La forza evocativa della tradizione folclorica del Tōhoku (pp. 61-71)
Rossella Menegazzo: Riconsiderazioni contemporanee sui kokeshi tra arte popolare, artigianato e design (pp. 73-85)
Le dodici scuole della tradizione (pp. 87-99)
Botteghe artigiane (pp. 101-103)
La prima mostra in Italia: MUDEC, Milano 2019 (pp. 105-120)
Bibliografia (p. 121-123)

 

Nello studio di Natsume Sōseki

Un saggio molto interessante, che può attrarre anche chi non si occupa specificamente di letteratura giapponese, perché il tema dello scrittore nel suo studio, visto attraverso il gioco di specchi dato dalla rappresentazione che ne troviamo nelle sue stesse opere, è affascinante in sé.

Analizzando i romanzi e i racconti brevi di Natsume Sōseki, Marco Taddei disegna un complesso ritratto dello scrittore nel luogo della sua scrittura, la stanza privata che è al tempo stesso “un rifugio sicuro nei momenti di difficoltà e un luogo da cui osservare con un certo distacco la realtà circostante e ripensare alla propria esistenza”.

 

 

Marco Taddei
Natsume Sōseki: autoritratto d’autore nello studio
Atmosphere Libri, 2020
ISBN: 9788865643419

Dalla quarta di copertina:

Natsume Sōseki (1867-1916) è uno degli autori giapponesi più rappresentativi del primo Novecento. La sua vita coincide quasi completamente con il regno dell’imperatore Meiji (1868-1912) e si svolge in quell’epoca di grandi cambiamenti culturali, politici ed economici. La sua formazione eclettica è influenzata dal nuovo corso della storia. Ha una conoscenza approfondita dei classici cinesi e giapponesi, ma studia anche la lingua e la letteratura inglese ed è appassionato di pittura europea. Nell’arco della sua carriera, oltre ai romanzi di successo, pubblica anche racconti brevi nei quali si rappresenta spesso come uno scrittore seduto alla scrivania del suo studio. Quando non è concentrato nella scrittura, egli posa la penna e osserva quel che accade nella stanza oppure indugia nei ricordi. L’esperienza personale, l’immagine del letterato nella tradizione cinese e giapponese e la figura dello scrittore/artista nello studio/atelier nella cultura occidentale sono gli elementi che in vario modo influenzano la costruzione del suo autoritratto letterario. In questo modo Sōseki porta il lettore nel suo mondo più intimo e gli racconta la fatica del mestiere dello scrittore e la sua profonda solitudine.

Marco Taddei insegna lingua giapponese preso l’Istituto di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università di Bergamo. In passato ha tenuto corsi di lingua e cultura giapponese preso la sezione lombarda dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO). Si occupa di letteratura moderna con particolare attenzione alla produzionenarrativa di Natsume Sōseki. Per “Asiasphere” (Atmosphere Libri) ha tradotto e curato alcuni racconti dell’autore inclusi nella raccolta Racconti sospesi nel vuoto.

Natsume Sōseki nella casa del quartiere di Ushigome a Tōkyō chiamata per metonimia “Sōseki Sanbō” (lo studio/rifugio di Sōseki). Dicembre 1914.